La Focarina di San Giuseppe è una tradizione popolare profondamente radicata in molte regioni italiane, in particolare in Romagna. Questa usanza, che si celebra la sera del 18 marzo, alla vigilia della festa di San Giuseppe, è un rito di passaggio che segna la fine dell’inverno e l’arrivo della primavera.
Origini Antiche e Significato Simbolico
L’origine della Focarina affonda le radici in antichi riti pagani legati al culto del sole e alla celebrazione del rinnovamento della natura. Con l’avvento del cristianesimo, questa tradizione si è fusa con la festa di San Giuseppe, il padre putativo di Gesù, diventando un simbolo di purificazione e rinascita.

Il fuoco, elemento centrale della Focarina, rappresenta la luce che sconfigge le tenebre dell’inverno, il calore che risveglia la terra e la purificazione che allontana gli spiriti maligni. La tradizione vuole che si brucino vecchi rami e sterpaglie, simboleggiando la fine del vecchio anno e l’inizio di un nuovo ciclo.
Oggi, la Focarina di San Giuseppe è un momento di aggregazione comunitaria, in cui le persone si riuniscono attorno al fuoco per condividere cibo, bevande e racconti. In molte località, l’accensione della Focarina è accompagnata da canti, balli e spettacoli pirotecnici, creando un’atmosfera di festa e convivialità.
Curiosità e Tradizioni Locali
- In alcune zone, si usa bruciare un fantoccio di paglia, chiamato “la vecchia”, che rappresenta l’inverno che se ne va.
- La direzione delle scintille e del fumo del falò, viene interpretata come un presagio sul raccolto.
- In Romagna, la Focarina è conosciuta anche come “fogheraccia” o “focheraccia”.
La Focarina di San Giuseppe è una tradizione che continua a vivere nel cuore delle persone, un rito che celebra il passaggio delle stagioni, la forza della comunità e la speranza di un futuro prospero.